Per capire gli effetti della meditazione sullo stress bisogna iniziare dicendo che uno dei fattori più importanti che predice la tendenza ad ammalarti ed ad invecchiare è lo stress cronico.

Chi di voi ha letto l’articolo sugli effetti genetici della meditazione già sa che gli effetti di questa pratica vanno ben oltre il semplice rilassamento, e coinvolgono aspetti fisiologici e psicologici sostanziali.

Lo stress cronico è la percezione costante di sentirsi sotto pressione e/o sopraffatti per un lungo periodo di tempo. I sintomi includono dolori, insonnia, debolezza, scarso interesse alla socializzazione, e avere l’impressione di vivere in uno stato annebbiato.

Attenzione, lo stress non è il male assoluto, quando c’è un livello che riusciamo a gestire è detto adattivo, e ci può portare nello stato di picco di produttività e di concentrazione, quello maladattivo invece no.

Ti faccio una domanda:

Soffri di stress cronico?

Recenti questionari ci dicono che nei paesi sviluppati il 72% delle persone oggi afferma di fare fatica a gestire lo stress.

La maggior parte delle persone affronta almeno una, se non più, fonte stress costanti nella vita, per le proprie finanze, nelle relazioni, nel lavoro o legato all’ambiente circostante. 

Per lo più, stiamo assistendo ad un incremento di problemi legati alla salute mentale come mai prima d’ora quali

  • depressione,
  • disturbi del sonno,
  • stanchezza mentale,
  • burnout,

perché gli stressor sono più diffusi che mai.

Pensate che si stima che tra il 60-80% di tutte le visite mediche registrate hanno una concausa stressogena.

In uno studio il 60% delle persone affette da burnout sono risultate incapaci di staccare dal lavoro, da cui avevano una forma di dipendenza, arrivando a controllare il telefono anche 2600 volte al giorno.

Probabilmente tra di voi ci sarà chi controllerà il telefono altrettante volte anche al di là fuori dal lavoro per controllare Instagram e/o Whatsapp.

Si stima, inoltre, che circa due terzi dei genitori soffrano di burnout.

Pensavi che il corpo non ti presentasse il “conto”? 

Forse non lo sai, ma lo scontrino ti arriva quando meno te lo aspetti. 

Il motivo può essere ricondotto ai meccanismi di selezione naturale:

ci si aspetta che gli organismi sopravvissuti all’evoluzione siano in grado di rispondere ottimizzando i processi cognitivi in presenza di stress, subendo gli effetti di questo sforzo solo successivamente.

Sai cosa cosa ci restituisce il nostro organismo?

  • palpitazioni
  • mal di testa
  • mal di schiena
  • dolori al collo
  • alle spalle
  • insonnia
  • irritabilità
  • rabbia
  • disturbi gastrointestinali
  • colon irritabile
  • vertigini
  • stanchezza

Sono solo alcuni dei disturbi più riscontrati.

Non se ne parla molto, ma il periodo post-lockdown per esempio, ha visto un innalzamento dei disturbi di salute mentale molto maggiore rispetto al periodo di lockdown vero e proprio.

Perché continuiamo a stressarci?

Il nostro cervello effettua quello che si chiama “coping”.

Per spiegartelo, immagina di essere a letto e voler dormire, spesso muoverai il corpo per trovare la posizione migliore e quella di minor tensione per poter addormentarti.

La stessa cosa succede al modo in cui ci raccontiamo quello che stiamo vivendo: cerchiamo di trovare un senso, di vedere gli aspetti positivi, e di rivalutare la situazione in modo ottimista, anche se può trattarsi di una situazione dannosa.

Io per esempio ho vissuto quasi 4 anni in Danimarca, con freddo, buio, nuvolosità, con situazioni sociali spesso artificiose e di circostanza, scadenze pressanti e aspettative di performance molto alte.

La mia narrativa interna è stata quella del sacrificio: impegnarmi al massimo per fare esperienza e imparare il più possibile.

Questi processi di coping forniscono una pausa dalla sofferenza psicologica associata allo stress cronico e aiutano a sostenere sforzi continui e affrontarne gli effetti dannosi.

Cosa succede se ti stressi troppo a lungo?

Quando gli stressor sono costanti nella nostra vita e non c’è tempo per staccare e riposarsi adeguatamente, si crea un’ossidazione cellulare che può causare l’alterazione semi-permanente del proprio set-point.

Quando questo accade, si erode la capacità omeostatica di ritornare in uno stato di benessere, e si forma il carico allostatico.

Se non sei in questa situazione, attenzione, perché potresti comunque subire un vero e proprio contagio dalle persone di cui sei circondato!

Esiste un fenomeno sociale chiamato contagio emotivo per il quale emozioni presenti in un individuo possono essere trasmesse in un gruppo circostante.

Si tratta di un processo in cui una persona o un gruppo influenza le emozioni o il comportamento di altre attraverso l’induzione conscia o inconscia di stati emotivi e comportamenti.

Entra anche in gioco l’elemento dell’ambiente lavorativo e familiare come induttore di stati mentali che possono contribuire al carico stressogeno per poi somatizzare sul corpo.

Si, esatto, su tutto il corpo.

Infatti l’asse “Ipotalamo-Ipofisi-Surrene”, o HPA hypothalamic-pituitary-adrenal axis, è il canale con cui il corpo comunica la risposta allo stress.

Due delle ghiandole che lo compongono sono nel cervello, ma una è sopra ai nostri reni.

Chi ha letto il l’articolo sul sistema limbico sa che anche l’amigdala è coinvolta in questo sistema e attiva gli stati mentali di sopravvivenza:

  1. Fight
  2. Flight
  3. Freeze
  4. People pleasing

La cultura del lavoro duro, della resilienza, della posizione lavorativa come unico riflesso della propria importanza nella società, può costituire un elemento di alto rischio per un individuo se protratta a lungo. 

E’ importante riconoscere i segnali di allarme: non devi ignorarli

Per esempio, i minatori di carbone portavano un canarino con se per capire se l’aria nella miniera era salubre o meno, quando il canarino non cantava, capivano che dovevano allontanarsi.

Ognuno di noi ha il suo canarino.

Le persone che affrontano avversità croniche possono essere spinte a riorganizzare la loro prospettiva sulla vita, cioè quello che si chiama reframing, o narrativa interna. 

Chiamiamo questi cambiamenti cognitivi sostanziali il “thriving” psicologico.

Ma che cos’è questo Thriving?

Il thriving include una serie di rivalutazioni positive che producono un maggiore apprezzamento della vita, o crescita personale (avere nuove competenze e sentirsi potenziati). 

Questi cambiamenti non sono legati a situazioni specifiche, ma servono come meta-cognizioni sulla propria vita. 

Cambiamenti nelle valutazioni di stress minori quotidiani con percezioni di sfida o prova, e diminuzione della ruminazione mentale. 

In questo modo, il thriving psicologico potrebbe promuovere uno stato di allostasi potenziato, uno stato in cui si ha una minore sensibilità agli stressor, picchi di reattività più bassi, una ripresa più rapida del set-point e una maggiore funzione anabolica post-stress. 

La meditazione, come anche la preghiera, può aiutare a promuovere il coping positivo e alla fine il thriving psicologico.

E’ molto più che un banale rilassamento!

Agisce multidirezionalmente sulla narrativa interna del praticante. 

Come cominciare? 

Meditare non è una scienza, meditare è un arte.

Chi di voi suona o ha suonato uno strumento musicale saprà sicuramente che c’è una differenza nell’apprendere con un maestro o fare da autodidatti.

Nel nostro gruppo telegram dò istruzioni pratiche, correzioni, commenti, e soprattutto la possibilità di legare la pratica ad una comunità, elementi indispensabili per ogni praticante serio. 

Chi di voi fosse interessato ad avere una guida e un gruppo con cui praticare e mantenere viva la propria pratica, può contattarmi.

La partecipazione è ad offerta libera, da fare in base alle proprie possibilità, consapevoli che il contributo aiuta la diffusione di questa disciplina con serietà, chiarezza, e profondità.

Andrea Fasulo. Sono un Ingegnere, nato e cresciuto al centro di Roma e oggi vivo e lavoro a Copenhagen. Ho lavorato per la multinazionale di energie rinnovabili più sostenibile del mondo in Danimarca. Dal 2010 dedico parte della mia giornata alla meditazione..

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